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Il punto di Diegone, 17/05/13

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Messaggio Da DiegoZap Ven Mag 17, 2013 9:10 am

Questa volta il Punto verrà pubblicato in diverse parti per potervi permettere una lettura più articolata e meno ingombrante, e poi si sa che Andreone ha difficoltà a leggere le frasi troppo lunghe quindi dai andiamogli incontro non rompete il cazzo dai, soprattutto Paolone dai smettila di trastullarti con queste staffe di tungsteno nell'ano e vai a fare queste stracazzo di interviste, e tu Lucky smettila di tirare i cuppetielli di cartone sulla nuca di Saraniti se no ti metto una note a fine anno e poi se ti esce il 7 in condotta sono cazzi tuoi ok?

INTRODUZIONE
ovvero
GENESI DI UN ANDROIDE


Conoscevo un ragazzo che come me amava Saraniti, la Depo band e i sonetti di Nico: frequentava i locali della Puerto Rico bene ed era il principe dell'adduttore: quel ragazzo, quello lì, si chiamava Giovanni, Giovanni la Faina. Non era bello il Vanni ma accanto a sé aveva mille donne sé imbracciava il putipù(1) e con la voce da usignolo della Papuasia inferiore intonava i suoi stornelletti. Me lo ricordo bene quel giorno uggioso dell'autunno brasiliano sul lungomare di Porto Alegre: il Vanni era lì che camminava a piedi ignudi sulla sabbia bianca della costa del Rio Grande discutendo con gli amici di massimi sistemi e di quanto è buona l'uva focarina, quando dal bagnasciuga affollato un consunto pallone disegnò la sua imprevedibile traiettoria proprio verso di lui. Ho impresso nella memoria quel momento in cui la Faina si voltò con lo scatto immediato del collo, inquadrando in una frazione di secondo la sfera diretta verso di lui: con mossa felina si arcuò di quaranticinque gradi, il profilo del corpo scolpito nero su bianco contro l'orizzonte plumbeo del cielo del Brasile d'autunno, istantanea rubata di armonica consapevolezza delle forme, di sublime protensione del corpo umano teso ad immortalare l'aggraziata ferocia dello sforzo agonistico, teorema limpidissimo della forza corporea in cui furia e controllo si fondono a formare un sontuoso uno di eleganza e consapevolezza: il Vanni fu in un istante sul balun col collo esterno del piede destro che, impattando implacabile sull'oggetto sferico, lo indirizzò con potenza brutale lungo una traiettoria perfetta oltre le nuvole, fendendo l'aere e squarciando i vapori umidi della condensa celeste, e più su ancora oltre le atmosfere come una freccia diretta nell'inutile ma quanto mai ardito sforzo di trafiggere il sole stesso.
Io c'ero in quel momento eroico, i miei occhi videro l'attimo ineluttabile in cui la spiaggia e le sue genti, attonite, ebbero modo di contemplare quella manifestazione così irrepetibilmente compiuta di eleganza calcistica: un uomo attempato e asciutto, antico conoscitore dell'arte del giuoco del calcio in quella terra ove sin dall'infanzia fioriscono talenti, si fece quindi strada tra i volti sbigottiti e basiti degli astanti e con accento paraneense disse al Vanni: tu hai i calci nei piedi e il pallone nelle gambe, tu sei calciatore. Iniziò così la sua storia, in quel meriggio epico: poiché il resto è storia recente, cronaca di un fenomeno: Giovanni fu assunto dalla ditta "Joga Fainha" di Sao Paulo, sottoposto ad allenamenti scientifici, diete speciali per aumentare la sua determinazione e la sua fame agonistica e, infine, il suo corpo fu smontato, ottimizzato e migliorato con impianti bioingegneristici con parti di tungsteno e leghe futuristiche: nasceva così la leggenda contemporanea di Android, la Faina, cannoniere della scena internazionale di Fifa e puntero assetato di sangue e successi dei Let's Play Fifa dalla stagione 2013.

(1) Il putipù è uno strumento proprio della tradizione strumentistica napoletana, risalente al tardo barocco, composto da una lunga mazza, o cilindro, che va suonata impugnata a pugno chiuso e muovendo il braccio in su e in giu, facendo scivolare la detta mazza, o cilindro, all'interno di una cassa di risonanza sulla quale è presente un foro ogivale nel quale la già ridetta mazza, o cilindro, entra ed esce producendo un suono di percussione sordo e ripetitivo che fa stun-cic-stun-cic-stun-cic nell'atto di entrare ed uscire dal foro. Il putipù è noto nella citazione canora "M'aggia accattat nu putipu pa m'fa nu pescinmano - a meno che non me lo fai tu" (trad. "Ho acquistato lo strumento musicale del Putipù per praticare dell'onanismo da solo, a meno che non sia tu a provvedervi").




Ultima modifica di DiegoZap il Ven Mag 17, 2013 9:18 am - modificato 1 volta.
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Messaggio Da DiegoZap Ven Mag 17, 2013 9:18 am

Prosegue l'appuntamento a fascicoli col Punto di Diegone del 17 Maggio: in questo secondo fascicolo il capitolo sul gol che ha deciso l'incontro con gli Italian Job, ed in omaggio per tutti gli abbonati un campione di fragranza di basilico muschiato, per profumare sempre con la profumaggine del Depo appena uscito dalla doccia.

IL GOALL
ovvero
LA GEOMETRIA DEL PRIMO PALO

Minuto 7': è la seconda partita contro gli Italian Job e la squadra di Paolone sembra entrata in campo con ancora maggiore cattiveria e determinazione. Il sole batte forte sullo stadio dei Job, i primi calori estivi si iniziano a fare sentire sugli spettatori assiepati nelle tribune e sui giocatori sudati e attillati nelle loro nuovissime maglie offerte dai Negroni. Sono le primissime battute di gioco, dopo pochi secondi i LPF sono già arrivati in area con un colpo di testa parato comodamente e la squadra sembra girare alla perfezione, oliata a dovere e NON con un olio normale, no: con olio di cocco purissimo, che Andreone ha messo a disposizione della squadra evitando di aggiungerlo alle frittelle di sterco della mattina (Andreone infatti è a dieta e sta diminuendo i condimenti). La palla staziona sulla trequarti destra della metà campo rosso-pene: Rec e Saraniti chiudono senza problemi sul centrocampista dell'Italian Job e smistano con sicurezza poco avanti dove riceve palla Diegone, in versione medianaccio assatanato e già autore di un paio di contrasti sporchi atti a far saggiare i tacchetti agli avversari: il leader del centrocampo della nazionale Zambese riceve palla: interno sinistro-interno destro, doppio tocco sul controllo, movimento felpato sul marcatore diretto e piccolo scatto in avanti con le sue scarpette viola: attende che il secondo centrocampista si avvicini in contrasto prevedendo con la coda dell'occhio filippino il raddoppio involontario da parte dell'esterno difensivo destro dei Job che, puntualmente, avviene. Come in una scacchiera tattica i movimenti si incastrano e si susseguono, precisi alla stregua di un meccanismo svizzero. "Diego, Diego", chiama Paolone sottolineando lo spazio sufficiente creatosi a sinistra: Diegone ha già visto il partner dell'out mancino iniziare ad allargarsi, tutto è previsto, niente è lasciato al caso; attende un altro secondo per creare uno spazio ancora maggiore e Hop: palla radente che decapita i fili d'erba del campo arricciati dal sole, mentre i due dirimpettai degli Job sono costretti a voltarsi perdendo il tempo e cercando (invano e con l'illusione dei bambini più pacioccosi) di inseguire.

Paolone riceve palla, elegante come uno gnu stilista che si va ad abbeverare al lago fangoso della Savana più nera, controlla e si getta nello spazio appena creato con la fame di chi si nutre di yogurt magro da mesi. Una voce squarcia il silenzio del campo: "Puntaloo!!", urla Saraniti dalle retrovie: Fuschini non se lo fa ripetere e procede dinoccolato preannunciando il duello diretto col marcatore che nel frattempo è uscito dalla difesa per andare a contrastare. "Sono chiusi" mormora il fantasista delle Dolomiti tra sè e sè, facendo penzolare il batacchio in un tutt'uno col movimento ammaliante del pallone. "Guarda che ci sei, è tuo" afferma perentorio Diegone mentre si allarga sulla destra per suggerire un passaggio facile che sa bene non avverrà: è così che si evita il raddoppio e il triplicarsi della marcatura, pensa aggiustandosi la chioma rossa che vela, malfida, lo sguardo orientale intriso di saggezza filippina. Sta succedendo: gli Italian Job, dopo pochi minuti, stanno già cadendo nella trappola intessuta con la cura della tela di una Penelope un po' maga e un po' bottana: il marcatore centro-sinistro è infatti uscito a raddoppiare invano su Paolone, creando un goloso spazio sul primo palo, il terzino mancino arranca cercando di inseguire dopo aver raddoppiato erroneamente su Diegone, il centrocampista centro-sinistro è ormai tagliato fuori perché è ancora nelle vicinanze del regista zambese: Andreone smuove con un grugnito la grossa massa di ciccia e muscoli verso il secondo palo con la solita U arcuata atta a infinocchiare il difensore mentre l'Androide, scaltro e affamato si avventa sullo spazio creatosi sul primo palo. E' in questa frazione di secondo che Paolone nota lo spazio disponibile, salta l'uomo con eleganza, e di sinistro mette un pallone morbidissimo sul primo paolo: Giovanni la Faina ci si avventa a denti protesi impattando con l'esterno in spaccata, Auron, il portiere dei Job, si getta sul pallone respingendo in qualche modo ma il pallone rimane lì, roteante, nella disponibilità della punta romana dei LPF: tutti sanno, vedendo quel pallone rimbalzare nell'area piccola, che sarà la preda dell'Android, lo sanno tutti e infatti Lollo lancia un urlo di godimento ancor prima che Andro esegua il suo caratteristico movimento a scatto: ci vuole la solita frazione di secondo, nessuno ha il tempo neanche di staccarsi il dito dal naso che Giovanni è già là e ha già ribadito in rete. E' goal, sono i tre punti pesantissimi che i LPF conquistano al termine di due gare giocate con sapienza tattica superiore, determinazione, grinta, adrenalina e tanta tantissima fragranza di basilico che è il profumo che va per la maggiore quest'anno dannazione perché quel gran volpone di Depo si è fatto protagonista questa stagione di certe uscite che voi non sapete, cioè veramente protagonista irripetibile di manifestazioni senza precedenti di bellezza e fascino occidentale, maschio e padrone come soltanto Depiccoli quando ha appena giocato al giuoco del balun e, sudato come un alce della Nuova caledonia, sta là e ti guarda col tuo sguardo da Bambi feroce, ti getta addosso l'asciugamano tutta intrisa di sforzo fisico e va con passo dinoccolato in doccia e tu stai là e pensi ma perché, perché debbo essere così una merdina quando io e te stiamo parlando di sensualità e spadroneggiamento di fronte a Depo, perché: e te lo dico io perché, non ci sta una risposta che ti possa soddisfare, perché Depo è charme, è eleganza, è padronanza del mezzo seduttivo e tu, tu rimarrai per sempre un nabbo di merda nei suoi confronti quando mettiamo in mezzo il discorso della bellezza in tutte le sue sfaccettature quindi fattene una ragione levati dal cazzo che ora dobbiamo fare l'analisi generica tattica dei due incontri e devo sottolineare due cose importanti cioè che a Saraniti anche piace moltissimo il cazzo (se no il suo 15% quasi non lo prendeva nel sondaggio ufficiale sulle preferenze del pene) e che la produzione intellettuale di Lollo la potranno capire soltanto fra un paio di generazioni perché lui per quest'epoca consumistica e immateriale, dove i valori spirituali non sembrano più importare e dove tutto è caduco e transeunte, non lo può capire e basta.
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Messaggio Da DiegoZap Ven Mag 17, 2013 10:31 am

Ed ecco il terzo fascicolo, al prezzo speciale di un chilo e mezzo di banane dello Zambia PRE-sbucciate dallo sfintere inossidabile di Paolone che saluti tutti i suoi fans al grido di guerra "Mi piace la Zucchina".

LA PARTITA
ovvero
A SARANITI PIACE IL BATACCHIO, MA ANCORA NON LO SA


La sesta giornata della FIVP vede contrapporsi la capolista, la squadra di Saraniti sponsorizzata dai Negroni, contro gli Italian Job, il team di Nveid che, ricordiamo, l'anno scorso in seguito ad un'operazione di cambio di sesso e di depilazione integrale ha deciso anche di cambiare passaporto scegliendo quello di un viados brasiliano di nome Falcao, nel senso che Falca le praterie sconfinate in sella ad un cavallo NERO che più nero non si può perché a lui piace così cavalcare a pelle per sentire tutto il contropelo che gli fa friccicore nell'interno coscia. L'Italian Job, per gli amici Blowjob, staziona a metà classifica in seguito ad una stagione fatta di alti e bassi, ma più bassi che alti: costituisce tuttavia, nelle premesse, un avversario temibile per la discreta esperienza accumulata dai suoi MEMBRI e per il fatto che si schiera con un 442 che sulla carta è un modulo col rombo e col trequartista ma che, vedremo, nella sostanza si trasforma quasi sempre in un abbotonatissimo 451 di catenacciara memoria.

Le scelte del duo tattico Saraniti-Faschini devono andare incontro ad impreviste esigenze: dopo lo scongiurato forfait di Andreone, recuperato in extremis per la sfida contro i Blowjob, si presenta la defezione di Francix, oramai sempre più proiettato nei tornei agonistici di accoppiamento libero e sincronizzato, che impone un cambiamento radicale di tutta la fascia destra: è la volta infatti di Ardiex nel ruolo di terzino destro con Maker scelto come esterno avanzato dopo le convincenti prestazioni degli ultimi tempi. Per il resto le scelte sono le solite: Lollo e Saraniti sul centro difesa, Rec nella sua abituale posizione di terzino sinistro, Paolone a scorazzare leggiadro con la sua pelata in fascia sinistra, e poi via via Depone e Diegone nel centrocampo in linea, Android ed Andrea a fare spallate e cercare spazi avanti per trafiggere imperterriti gli avversari. Alcuni accorgimenti tattici nel 442 rossopenato sono immediatamente visibili: i due centrocampisti centrali rimangono, si vede da subito, molto più bloccati per arginare del tutto le fonti del gioco avversario con un raddoppio continuo, lasciando agli esterni il compito di alzarsi accompagnando l'azione offensiva. In aggiunta a ciò, presa consapevolezza delle difficoltà che i palloni alti sul rinvio del portiere avversario causano nella linea difensiva LPF (mancare il colpo di testa d'anticipo crea, a causa della linea sempre molto alta, degli spazi inutilmente pericolosi per gli avversari) lo staff tattico della squadra di Saraniti ha deciso di spostare il secondo marcatore in posizione più di libero nel caso di pallone alto dalle retrovie, mentre uno dei due centrocampisti centrali invece di attendere l'impostazione dell'azione sul rimbalzo si stacca sempre in posizione difensiva per coprire il corridoio che si viene a creare sull'eventuale rimbalzo all'indietro.

Pronti via e i LPF dominano di fatto sul possesso di palla: non è un'esagerazione dire che per almeno i primi 45 minuti fifeschi di gioco, gli Italian Blowjob non riescono a giocare mai il pallone nella metà campo avversario: i LPF fanno girare il pallone da destra a sinistra senza errori, con una proprietà di palleggio che mette talmente tanto in soggezione la squadra di Nviados da portarla a coprirsi a doppia mandata con una doppia linea difensiva di 4+4, con otto giocatori a fare unicamente densità nelle retrovie: una tattica del tutto insensata per un team senza pretese dalla classifica e non implicato in nessuna lotta per punti preziosi, una rinuncia a giuocare al giuoco di Fifa che troppo spesso abbiamo visto nel corso di questa stagione di Serie A: QUANDO, mi domando con amarezza QUANDO potremmo vedere in Serie A una serie di partite fra squadre che cercano di costruire del gioco e non soltanto di distruggere, di coprirsi, di trincerarsi nelle barricate? Deve far pensare, nella valutazione generale di quanto i Lets Play Fifa stiano dominando la stagione, che le uniche occasioni in cui i LPF hanno rischiato di prendere goal (ricordiamo, uno solo quando siamo già a 12 partite giocate, eh prendete nota brutte merde: voglio vedere voi a tenere questa media difensiva, voglio vedere a te al posto mio qui proprio dove sono io adesso a gestire il peso, ma che dico peso, dico FARDELLO di questo scroto gigante che debbo portarmi sempre dietro, SEMPRE capisci? No un giorno sì ma magari quello dopo no, no: sempre) sono stati dei contropiedi incassati per voler proporre sempre e comunque del gioco, senza puntare a prescindere dallo zero a zero, e da quel che FORSE può venirne in più. Chiusa questa parentesi sulla frequente mancanza di qualità di giuoco di questa stagione di FIVP, possiamo sintetizzare che il primo tempo è stato avaro di occasioni, pur nel contesto di un possesso di palla imbarazzante per Saraniti e compagni: da segnalare, nei primi dieci minuti, prima un incredibile palla in area di Paolone dalla sinistra che trova prontissimo Android a ribadire in rete, ma altrettanto pronto Auron, portiere avversario, a respingere, quindi sempre su iniziativa di Paolone che recupera in scivolata una palla apparentemente persa per favorire la girata in torsione di Hokuto di Andreone in area, fuori di pochi centimetri. Il secondo tempo del primo match è proseguito con il medesimo canovaccio: con i LPF a fare gioco e a tenere il pallone alla ricerca del pertugio adatto e i Blowjob a tappare ogni buco possibile: gli Italian Job, alla metà della seconda frazione, ottengono la loro unica "azione" nel corso della sfida con Saraniti e compagni: nel solito giro palla comodo dalle retrovie, il gigante Lollo, forse offuscato dall'eccessivo dominio nel possesso palla esercitato dalla squadra, o PIU' PROBABILMENTE distratto da uno degli striscioni dedicato ad Android esposto in tribuna, gira largo dalla sinistra verso l'out opposto con un movimento innaturale: la palla striscia in maniera strana e si rivela un passaggio a metà tra Ardiex, sceso a prendere pallone, e Saraniti, decentrato a destra: nello spazio si getta con incoscienza una punta avversaria, affamata di nutella e marmellata, e opera il primo tiro dei Blowjob verso la porta di Niko che, ovviamente, si fa trovare pronto e smanaccia insultando gli avversari nella nobile parlata sicula dei signori agresti dell'età ellenistica. Dopo il fortuito spavento la prima partita scorre via senza particolari emozioni, con qualche filtrante LPF che non riesce a penetrare la doppia linea difensiva di Nvaids e con un possesso palla costante e imbarazzante per i rossopene dei Negroni.

Triplice fischio e considerazione tattiche a cavallo fra i due match: nasce con incoscienza e meraviglia, mista a molto moltissimo strutto, l'idea della PALLA IGNORANTE, contro la difesa chiusissima tesa al catenaccio: essendo quasi impossibile giocare al pallone contro la doppia linea ad otto schierata dagli avversari, il Negroni team organizza la giocata casuale del pallone altissimo in avanti verso la ciccia gigante di Andrea, con l'incarico di muovere la sua gigantesca massa di grasso spizzando la sfera per la creazione di spazi del tutto casuali d'attacco: il team apprezza l'idea e la fa sua, mentre si oleano i meccanismi difensivi del raddoppio del centrocampista sulla palla alta, mentre si apprezza in gruppo la perfetta prestazione difensiva dei due terzini autori di un match da dieci in pagella. Pronti via e i LPF si nota subito come siano entrati in campo con un'aggressività maggiore: Diegone suona la carica con una serie di interventi pericolosi a tacchetti spianati, insultando i costruttori di gioco e iniziando una lunga serie di recuperi, Depo non è da meno e bastona silenzioso, anche a pallone lontano, per alzare il fomento e tono agonistico del match, Saraniti segue il mood del team e inizia a caricare il resto della squadra: l'effetto rabbia e pugni nelle mani è favorevole alla squadra di Paolone che ingrana subito, costruisce con maggiore limpidità e va subito in goal con la solita faina di Android su assist di Fuschini, secondo le modalità ampliamente descritte nei capitoli precedenti. Il vantaggio più che appagare i Let's Play Fifa sembra invece aumentare ancora di più la carica agonistico-nervosa in campo, perché la squadra si appalesa subito come vogliosa (oltre che di cazzo) di vincere e di portare a casa i tre punti: tutti interpretano perfettamente il proprio ruolo, gli LPF tengono palla, sono pericolosi e i Blowjob non riescono mai, e dico mai ad avvicinarsi alla porta avversaria per tutti i primi 70 minuti abbondanti di gioco. E poi, d'improvviso, il colpo di scena che non ti aspetti e che evita alla partita di rivelarsi una banale formalità.

Mentre i LPF sono protesi in attacco, con ordine, a cercare il raddoppio per chiudere definitivamente la pratica, Lollo si accorge di vagiti incomprensibili provenienti dalle retrovie: come un lamento disarticolato si leva dall'area rosso-penata insieme ad una serie di parole inintelleggibili (cioè che non si capiscono, capito Saraniti? Significa che non si possono capire perché intellegibile è ciò che può essere accolto ed elaborato dall'intelletto, invece inintelleggibile l'intelletto non lo coglie, non lo capisce, se lo lascia sfuggire: un po' come quando stai là, nelle mappe piccolissime col tuo AWP inutilmente in mano che aspetti che la chioma platinata di Depo ti passi nel centro del mirino, e invece non passa e al contrario passa Lucky e ti bastona con una mazza di cricket, ti mette un cappello rosa in testa e ti riempie di frag di AK perché Paolone te l'ha detto che sto stracazzo di cecchino non serve in queste mappe piccole, e tu no no - no siccome c'hai il pc nuovo allora lo devi usare per forza e ci fai perdere e whinare e non capisci queste cose BASICHE, e quindi queste nozioni tattiche spicciole sono per te ININTELLEGGIBILI porca la puttanissima maiala dai). Cosa succede cosa non succede, cusè di qua, cusè di là, paura sgomento incertezza, grosso boato: è successo che Niko è fuori porta e sta facendo la danza del catoro trapanese vicino la bandierina vestito con una gonnellina di fiori hawaiana: la scena è chiara a tutti, Lobumba freeza e molto presto crasherà. C'è solo un momento di panico mentre l'inevitabile accade: Nico stacca per evitare che il suo portiere banchetti con dei resti di piccione rinvenuti a bordo campo e la squadra si trova a dover continuare a non far tirare verso la porta i Blowjob, ma stavolta senza la sicurezza della saracinesca Niko abbassata: nonostante il nervosismo che inizia ad affiorare i LPF tengono lontani gli avversari dalla porta fino a pochi minuti dal fischio finale poi, Andreone, in ripiegamento difensivo sulla fascia sinistra dei Let's Play, commette fallo su uno dei giocatori di Nviadoss: punizione dalla trequarti e difesa rossopenata che si organizza. Nonostante le proteste di Lollo e di altri giocatori in campo Saraniti ordina la linea difensiva sul cross, ma il periglio è dietro l'angolo: senza portiere umano si tratta di un rischio piuttosto inutile fatto in nome dell'estetica tattica e di un certo fondamentalismo strategico: il team però obbedisce e si mette in linea, il cross parte e, come purtroppo spesso accade sui calci piazzati, l'attaccante avversario prende il tempo schiacciando verso la porta e verso il portiere bot. Un brivido attraversa la delicata schiena di Depo, odorosa di lavanda, mentre fortunatamente il pallone esce a lato facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti. I Let's Play Fifa non rischiano più, e portano la partita a casa in un crescendo di entusiasmo bambinesco mentre Paolone gira vorticoso intorno alla giostra, ergendosi sul cavallo di plastica marrone e gridando fortissimo "Mio, mio, il pallone è tutto mio ed è merito Mio, solo Mio di questa vittoria"; Andreone prende Diegone a centrocampo e lo sbatte fortissimo contro uno degli incroci dei montanti della porta LPF, Ardiex e Maker, amici per la pelle (negra) festeggiano con una spuma (nera) e gettano in aria coriandoli a forma di PENE (non si era ancora detto pene in questo punto mi sembra) mentre Lollo, come al solito, ringrazia inginocchiato in silenzio vicino al palo, nella sua abituale pausa di preghiera individuale, sotto voce. E' vittoria, è vetta sempre più solitaria della classifica: 27 punti in 12 partite rappresentano un bottino incredibile, e il dato dell'UNICO goal subito inorgoglisce senza dubbio Saraniti e la sua linea difensiva, che avremo modo di insultare e lallare con abbondanza di dettagli inutili nel prossimo fascicolo del punto di Diegone, dai dai dai che questo campionato si vince puttana la maialissima, dai!
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Messaggio Da Ospite Ven Mag 17, 2013 6:55 pm

che onore ricevere una recensione da un vero intellettuale elephant

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Messaggio Da DiegoZap Lun Mag 20, 2013 10:28 am

Ed ecco alla vigilia del successivo impegno della FIVP le pagggellissime della sfida vinta contro gli Italian Blowjob.

LE PAGGGELLE

Tutti - 8 - Bisogna subito chiarire che tutti hanno disputato una prestazione straordinaria: nel momento più importante della stagione la squadra ha dimostrato maturità tattica, fame di successo, cattiveria, sapienza, bellezza ed agonismo: il 442 ideato a inizio anno, dopo la stagione di transizione 2012 caratterizzata da defezioni e tradimenti incrociati, ha consacrato i LPF come la prima, indiscussa, realtà del panorama fifero italiano. Il sistema di gioco semplice e compatto, la linea difensiva impeccabile, il cervello pulsante del doppio centrocampista e il lavoro ficcante delle ali hanno dato i frutti che la triade Saraniti-Fuschini-Zap si auspicava e progettava ad inizio annata. La maturità definitiva è stata acquisita con gli innesti straordinari di Nico, il miglior portiere del panorama Fifa italiano, e probabilmente DEL MONDO NICO DEL MONDO; e di Android, che si è inserito alla perfezione sin dal primo match formando con Andreone una coppia assortita e perfettamente funzionale impossibile da ritrovare negli altri team. Insieme ai due fuoriclasse in questione tutta la squadra è cresciuta sempre di più, potendo schierare la migliore difesa del campionato, una difesa che, nelle giornata di grazia e con la giusta tensione, appare ai più insormontabile e perfettamente oliata nei meccanismi e nel sistema di gioco. La rosa lunga ha potuto permettere scelte variegate nel corso del torneo, ha dato la possibilità di cercare alternative a seconda delle situazioni tattiche ed in generale è stato uno degli strumenti fondamentali per l'ottima annata della squadra dei Negroni. Un otto pieno a tutti quindi, poiché delle diverse eccellenze si è alimentato il cammino, fin'ora trionfale, dei Let's Play Fifa: guai a mollare la presa ora che la preda è così vicina, è necessario caricarsi ancora di adrenalina per il rush finale, addentare il campionato al collo e proiettarsi nell'olimpo del panorama fifistico internazionale CONSCI che nelle prossime stagioni la squadra di Saraniti sarà ripresentarsi ancora più forte di prima.

Paolone - 9 - Allora a PAOLONE bisogna dare un voto in più per i seguenti motivi:

1. Perché se no Paolone si porta via il pallone e mi spamma per i prossimi mesi in chat IOIOIO voglio il biscotto, voglio il giocattolo, non voglio andare a letto, io io io, no no, no.
2. Perché Paolone fa la fase attiva e la fase passiva SEMPRE, è costante e non ha mai pisciato una partita una: l'unica volta che si è perso e nell'UNICO goal che si è subito, si è sentita la sua assenza: la fascia sinistra è cosa sua e fa impazzire sempre il terzino destro; eccede quando bisogna eccedere, è concreto quando bisogna essere concreto.
3. Perché Paolone, con lo spirito di squadra che lo contraddistingue, appena arrivato l'Androide si è spostato in fascia sinistra lasciando la posizione di punta, eppure è diventato ancora più fondamentale e letale, consacrandosi in un ruolo difficile e interpretandolo come nessun altro su Fifa.
4. Perché Paolone ha un pesce lunghissimo, proprio dei discendenti dei guerrieri delle dolomiti.
5. Perché Paolone mette il fomento giusto in campo durante le partite e PRIMA delle partite fa dei discorsi tipo Al Pacino che tutti si sentono pieni di sé e Andreone gonfia il petto grasso e tutto orgoglione poi va in campo e mette l'anima.
6. Perché si impegna, ha studiato tutto l'anno e nell'interrogazione di geografia sull'idrografia dello Zambia era molto preparato: è un po' discolo in classe con la sua combriccola di matti matti matti, ma comunque si è comportato bene e speriamo possa fare ancora di più l'anno prossimo.
7. Perché a Paolone piace moltissimo il cazzo, sebbene abbia raccolto pochi voti nel sondaggio ufficiale.
8. Perché tutte le squadre che hanno Paolone vincono e sono le prime squadre d'ITALIA, sempre: primi primi, noi noi, noi.
9. Perché Paolone pur di vincere in FIVP si dopa e si versa della red bull via endovena fino a stare male malissimo, perché l'unica cosa che conta è vincere dannazione morite bastardi maledetti mangiamerda.
10. Perché Paolone è il più bannato della FIVP ed è un uomo scomodo di cui il potere, il potere quello con la p maiuscola e la p di puma, ha paura.
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